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Sono sempre di più i big dello sport tradizionale che si interessano agli sport elettronici. Anzi, buona parte di loro diventano i primi investitori della scena eSport, puntando alla proprietà delle più notevoli realtà esistenti o creandone di nuove.
E dopo Rick Fox, ex cestista dei Los Angeles Lakers che ha fondato il team Echo Fox e Shaquille O’Neal con gli Immortals, questa volta tocca a Chris Bosh, ex giocatore dei Miami Heat che ha da poco annunciato il suo ingresso nei GenG come management advisor dei giocatori.
Un appellativo che a prima vista può sembrare complicato, ma che in realtà racconta di come Chris aiuterà i membri dei vari team competitivi della sopraccitata organizzazione coreana, su alcuni aspetti quali: leadership, teamwork e gestione della pressione ad alti livelli. L’esperienza di Bosh sarà quindi indirizzata ad aiutare i giocatori a migliorare, non nel gioco in se ma anche nella gestione delle situazioni al di fuori di esso, da non sottovalutare negli eSport.
Lo stesso Bosh ha ribaditoquanto queste peculiarità siano indispensabili per competere ai massimi livelli: “Tutti i valori ricercati dai GenG sono allineati perfettamente con i miei interessi, essendo io stesso un gamer. Allenare e sostenere i giocatori ha sempre fatto parte del mio piano: l’obiettivo è costruire una cultura vincente accompagnata a un’integrità intellettiva basata sul concetto di collaborazione tra tutti gli attori.”
I GenG sono una delle organizzazioni coreane più recenti ma che si stanno affermando sempre più, in particolare grazie alla collaborazione tra investitori di Seul e della Silicon Valley americana. La combinazione perfetta tra l’esperienza nel settore eSport della Corea e la rete di investimenti, persone e risorse rappresentata da una delle più fruttuose regioni nordamericane. Attualmente i GenG hanno diverse divisioni in League of Legends, Heroes of the Storm, PUBG, Clash Royale e Overwatch League, dove si presentano con il nome di Seoul Dynasty.
Secondo l’Esports Chief dei GenG, Arnold Hur, la scelta tra i vari personaggi è ricaduta su Bosh per la sua mentalità vincente e per aver giocato ai massimi livelli. Nonostante ad oggi sia “libero” da vincoli, e quindi arruolabile dall’NBA per giocare il campionato, i problemi di salute risalenti allo scorso anno lo avevano costretto a mollare i Miami Heat. La nuova mansione, potrebbe aprire un paragrafo ancora poco esplorato nel settore, soprattutto in virtù dei successi raggiunti. È un esperimento che ancora adesso non ha trovato molte applicazioni ma che potrebbe invogliare anche altre organizzazioni sportive, nella direzione di sfruttare il know-how dei maggiori esponenti dello sport tradizionale nelle competizioni sportive elettroniche.
Un esempio palese di come e quanto possa funzionare un approccio simile ce lo dimostra la sezione eSport del club tedesco Schalke04. Il team infatti, non ha ingaggiato nessun ex-calciatore celebre ma ha ugualmente deciso di impiegare la propria struttura sportiva per metterla a disposizione del team di League of Legends. L’intero staff di preparazione atletica grazie alcuni strumenti di monitoraggio, segue costantemente i giocatori impegnati nel campionato europeo e, i risultati nell’ultimo split sono stati piuttosto evidenti.
Sport e eSport mostrano senza dubbio enormi differenze sotto il profilo estetico: da una parte troviamo un’intensa attività fisica e dall’altra, mentale. Tuttavia le due cerchie sulla gestione dei giocatori iniziano a avvicinarsi sempre di più. Mauro Lucchetta, psicologo dello sport, negli ultimi anni è stato uno dei primi nel nostro paese ad interessarsi anche al mondo degli eSport, affermando che l’approccio è sostanzialmente simile se non identico: i problemi di stress e gestione delle informazioni dal gioco, sportivo o meno, al cervello sono praticamente uguali, e anche gli strumenti per poterli affrontare sono gli stessi dello sport tradizionale.
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