I professionisti di eSports guadagnano oltre 2 milioni dollari all’anno.

Se pensi che giocare ai videogiochi sia solo un noioso e frivolo passatempo da nerd ti sbagli di grosso. Per tanti ragazzi appassionati di videogame Esports gli sta permettendo di guadagnare cifre ben più alte di quelle percepite da tanti sportivi professionisti.

eSports, le cifre crescono sempre di più

Solo l’anno scorso, alcuni membri del team asiatico Wings Gaming hanno percepito una cosuccia come 9,1 milioni di dollari, grazie alla vittoria portata a casa al The International 2016, un super evento a livello mondiale con partecipanti provenienti da ogni paese del mondo.

I cinque pro gamer sono tornati a casa con circa 1,82 milioni di dollari ciascuno. Se poi a questo ci aggiungiamo qualche altra vittoria in altri campionati di minore importanza, si può tranquillamente dire che solo nel 2016 uno dei migliori team a livello mondiale degli eSports abbiano intascato la cifra di 2 milioni di dollari.

Anche i cinque ragazzi del Team Liquid che giocano a League of Legends guadagnano una cifra come 60 mila dollari a testa in un anno. A questo somma vanno aggiunti ulteriori guadagni provenienti dagli sponsor e dalle donazioni tramite i canali di streaming.

Una bella cifra secondo quanto dichiarato, è quella che è stata offerta al pro gamer, Lee “Faker” Sang-hyeok, del team SK Telecom 1, proposta da due società Cinesi. Il top Player di LoL, membro del team SK Telecom 1, sembrerebbe guadagnare dai 98,000 dollari ai 147,000 dollari l’anno. Ancora una volta dovremmo andare ad aggiungere a questa cifra, ulteriori incassi dovuti a sponsor, donazioni e altri tornei. Secondo alcuni media Coreani,”Faker” ha infatti lasciato il suo team in seguito ad altre offerte evidentemente più allettanti.

Anche nel più lontano 2014 i vincitori del torneo internazionale di Dota 2, il team cinese NewBee, ha incassato 5 milioni di dollari… 1 milione di dollari a testa non proprio spicciolini. Stando infatti a quanto dichiarato da Unibet, l’anno scorso il volume d’affari della più recente industria eSports ha sfiorato la quota 400 milioni di dollari: si prevede che quest’anno la cifra salga a 565 milioni per arrivare a udite udite, un miliardo di dollari nel 2020.

La carriera di un pro gemer è intensa, redditizia ma breve

 

Eggià perchè la carriera di un pro gamer è piuttosto breve: a 20 anni sei sulla cresta dell’onda, ma a 28 sei quasi pronto per andare in pensione. Più breve addirittura della carriera di quasi tutti gli altri sportivi professionisti, che già di per se non è molto lunga ( vedi calciatori). D’altronde riflessi e capacità di coordinazione occhio-mano sono molto importanti in questo settore e sono caratteristiche che inevitabilmente vengono meno col passare degli anni.
Vuoi mettere i riflessi di un ragazzo di 18 anni con uno di 32?

Ci sono mosse e decisioni che devono essere prese in un decimo di secondo, perchè qualcuno potrebbe essere più veloce di te, ritardare di mezzo secondo potrebbe essere fatale nell’ambito del pro gaming.
Non è solo un gioco, per alcuni è come un lavoro, riportiamo le parole di Michael “StrongSide” Cavanaugh ex membro ormai ritirato, del team StrongSide.
“Quando mi allenavo per i tornei di Halo lo facevo per oltre 8 ore al giorno. Per il nostro team era come un lavoro. Prima di un evento ci radunavamo a casa di qualcuno e lavoravamo insieme sul gameplay. Per noi non si trattava solo di ‘giocare’: studiavamo il piano di gioco, facevamo pratica sui set-up delle mappe, studiavamo il gameplay degli avversari nei precedenti tornei e tanto altro”.

Sponsor e brand che hanno investito negli eSports

Alla faccia di chi dice che è un passatempo per sfigati! E se grandi aziende, multinazionali come Coca-Cola, Monster Energy, Red Bull e diversi altri brand importanti, sgomitano per sponsorizzare team e tornei non può voler che dire che si prevede una crescita del settore e quindi anche delle possibilità di guadagno dei pro gamer.

Anche l’Italia sta iniziando da qualche anno a entrare nel giro degli Esports e grandi società sportive come ROMA, e SAMPDORIA non si sono fatte scappare l’occasione di questa nuova forma di guadagno.

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