La Federazione Italiana Taekwondo apre le porte agli eSports

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La Federazione Italiana Taekwondo, ha da poco dichiarato tramite il suo Presidente, di essere più che soddisfatta di aprire le proprie porte al mondo eSports.

Più precisamente, il Presidente della federazione Angelo Cito ha annunciato che la FITA ha deciso di iniziare un nuovo percorso nel mondo delle competizioni videoludiche, inoltre la Federazione,  vorrebbe anche proporsi come la “casa”  di tutti i  titoli di combattimento.
Il tutto è motivato dal fatto che il CIO, ha recentemente riconosciuto gli eSports come disciplina sportiva ufficiale (cosa che però non è ancora c ompletamente vera).

Sicuramente, è un avvenimento molto positivo il fatto che una Federazione importante e conosciuta come quella del Taekwondo mostri interesse, ed entusiasmo verso gli eSports.
Positive come le altre dichiarazioni della FITA, tra cui quella che la Federazione ha tutte le intenzioni di andare incontro alle esigenze competitive di chi è impossibilitato -per motivi fisici- a gareggiare contro un avversario in pedana.

Ma adesso, vediamo assieme quali sono i punti, che sull’argomento “disciplina sportiva riconosciuta dal CIO” appaiano poco chiari.

Il CIO non ha ancora confermato di aver riconosciuto gli eSports come  disciplina sportiva. Il CIO ha detto che gli eSports potrebbero essere presto inseriti tra le discipline sportive se questi rispetteranno, i valori olimpici e se sarà presente un’organizzazione che garantisca il rispetto di tutte le norme del Movimento olimpico, quali anti-doping, scommesse, manipolazione, ecc. In tanti affermano che questa sia solo una formalità, ma attualmente in Italia gli eSports, non sono ancora una disciplina sportiva o olimpica.

A questo aggiungiamo anche una dubbiosità sull’aspetto strutturale, rispetto al comunicato della FITA: se la Federazione del Taekwondo dovesse diventare veramente la nuova “casa” degli eSports da combattimento, non si rischierebbe di scatenare ulteriore confusione all’interno di un ancora giovanissimo -e quindi già poco definito– settore?
Fare una distinzione tra titoli di combattimento e i titoli di altro genere aumenterebbe solo il già diffuso pensiero per il quale, esista una differenza tra titoli definiti “sportivi” (come FIFA, NBA2K17, MotoGP17) e titoli non definiti tali.

La creazione di tutte queste categorie non è positiva per il nostro settore, perché delegittimano e non  favoriscono affatto il giusto orientamento da parte dei futuri protagonisti del mondo degli eSports.
Gli eSports in Italia sono purtroppo ancora arretrati rispetto a molti altri paesi europei, per quanto riguarda il processo di riconoscimento politico e sociale, e ha necessariamente bisogno quindi, di un unico faro a cui fare riferimento.

In Italia pensiamo sia di fondamentale importanza, cercare di avvicinare tutte le forze verso un unico polo, in modo che possa fungere da locomotiva per tutto il resto.
La scena eSport italiana ha bisogno di un totale riconoscimento, e non solo di alcuni giochi, ed ha bisogno che la sua frammentarietà non aumenti ulteriormente.

In conclusione, siamo molti entusiasti dell’interessamento di una Federazione così importante, ma siamo del parere che gli eSports debbano avere una loro federazione che regolamenti tutte le attività e che questa, chiaramente, collabori con le  altre federazioni, come la FITA appunto.

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